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  • Autore: Giorgio
CORTESIA DI BUON VICINATO - TERZA PARTE - Prato Trasgressiva
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CORTESIA DI BUON VICINATO - TERZA PARTE - Prato Trasgressiva

La mattina successiva al festino improvvisato con Jessika e Denise, mi svegliai con un’insolita eccitazione che stentava a placarsi, complice il pensiero fisso alla serata successiva in cui sarei stato ospite di Jessika nel locale in cui erano state invitate, una discoteca alle porte di Roma. Inevitabile fù anche la preoccupazione legata al pudore di trovarsi in pubblico accanto a quelle due strafighe che avrebbero sicuramente canalizzato l’attenzione di tutti.
Preso coraggio, suonai a Jessika per confermare la presenza. Aprì la porta la vicina di casa in accappatoio, lasciando intravedere appositamente le sue generose intimità, coerente con la sua indole di provocatrice e ammaliatrice.
“Ok Giorgetto…noi siamo pronte per le undici e mezza, ti suoniamo e andiamo insieme….ci divertiremo!!” lasciando che l’accappatoio si aprisse completamente.
Sigarette e caffè all’autogrill (tra gli sguardi di tutti) e verso mezzanotte e quaranta arrivammo al locale. Decisi di andare sul sicuro con l’abbigliamento: jeans scuro, camicia bianca aperta e giacca elegante. Denise sembrava una concorrente del programma “veline”, scarpa aperta con tacco a spillo e piena di strass, shorts praticamente inesistenti e magliettina scollata molto sbarazzina. Jessika era praticamente una mistress tacco vertiginoso per una scarpa completamente chiusa con la suola rosso ferrari (notevolmente visibile visti i 12cm di tacco), una gonna in lattex fino al ginocchio con uno spacco dietro che sfiorava l’ano e due davanti con la cerniera che rasentava l’inguine (per ora aperta solo fino a metà), corpetto di pizzo e nulla sotto. Se avessi caricato in macchina due prostitute dalla salaria avrebbero dato meno nell’occhio.
Entrammo nel locale senza neanche accorgersi della fila, dai buttafuori, al pr fino al gestore del locale erano tutti ai loro piedi. Dopo due consumazioni anche Giorgio riuscì a togliersi l’imbarazzo di dosso per potersi finalmente godere la serata. Il locale era carino ma la gente veramente troppa anche nei privè, dove fummo accolti con tanto di bottiglia regalata per l’occasione. Il tempo passava tra qualche strusciamento fra noi tre e varie toccatine, con Jessika e Denise che ogni tanto facevano avanti e indietro dai bagni. Dopo poco piu di un’ora passata nel locale, Jessika si avvicinò a me sussurrandomi che quel posto era una noia e voleva andare a divertirsi, il tutto con mezzo metro di lingua a sondare il mio timpano e la mano dentro la patta dei pantaloni. Come contraddirla!?!?! Saluti di rito allo staff e via in macchina, destinazione ancora ignota. “Torna verso casa, andiamo in un posto dove possiamo divertirci come si deve” Disse Jessika ridendo con Denise, entrambe molto allegre grazie anche all’alcool e probabilmente ad altro.
“Gira qui, a destra in quella via” fece lei… “Qui??!” risposi “Guarda che qui non c’è niente…sicura?” “Tu gira…e arriva fino in fondo” .
Alla fine della strada, dopo alcuni capannoni industriali, c’era un cancello con una luce fioca e un videocitofono. Scese Jessika, suonò e dopo alcuni secondi rispose alla voce dall’altra parte “Sono io, sono con due amici”. Il cancello si aprì. Tra non poco timore proseguii con la macchina per il viale alberato, giungendo in uno spiazzo con diverse auto parcheggiate che faceva da anticamera ad una bellissima villa.
Una volta entrati mi accorsi che l’ambiente emanava un’aria particolare: riservatezza e senso del proibito si mischiavano in quell’ambiente frequentato di sicuro da persone benestanti (anche a giudicare dalle auto presenti nel parcheggio) e, di conseguenza, piene di vizi. Un tizio che immagino sia stato il proprietario, salutò Jessika con particolare passione, lo stessa emozione (mista a stupore) fu riservata a Denise, mentre a me dedico parole di benvenuto con l’augurio di una serata che non avrei mai dimenticato.
Jessika e Denise mi lasciarono per diversi minuti in compagnia di due coppie, entrambe formate da uomini all’incirca cinquantenni accompagnati da strafighe non piu’ che ventenni che indossavano abiti a dir poco succinti, altre due ragazze che se ne stavano per conto loro e un’altra di colore che probabilmente, dalla voce e dalla fisicità, sarebbe potuta essere una trans Massimo” fece uno dei due cinquantenni che si avvicinò con eleganza e spigliatezza “E’ la prima volta che vieni qui? Te lo chiedo perché non ti ho mai visto e mi sembri spaesato”. “Ciao, piacere, Giorgio. Si, effettivamente non ero mai stato qui, sono con due amiche che non vedo piu, credo siano in giro… Molto bella questa villa”.
In quel momento torno’ Jessika che, dopo aver salutato le due ragazze in disparte, l’altro cinquantenne con la compagna e la trans, mi porto’ via accertandosi che la mulatta e le due amiche ci avessero poi raggiunto “nella stanza rossa”.
Un brindisi con lo champagne per accompagnare la serata e Jessika mi guido’ per la villa facendomi da cicerone, mostrandomi i due saloni immensi che componevano il piano terra e spiegandomi che in quel posto si riuniva gente di un certo tipo per dare sfogo alle proprie voglie segrete. Nei due piani superiori infatti c’erano una decina di camere tutte a tema: quelle con attrezzature sadomaso, quelle con specchi che in realtà avevano una piccola stanza nel retro che permetteva di osservare indisturbati, dark room, salette con idromassaggi etc.
“Dai andiamo su” fece lei “divertiamoci un po’”. Una volta saliti passammo davanti ad una porta con la targa “voyeur”. “Aspetta, entra che ti faccio vedere una cosa”. Una volta entrati mi accorsi che era un corridoio buio con un grande vetro sulla destra che dava sul resto della stanza. Tre persone erano li in silenzio a guardare ed una volta avvicinatomi al vetro vidi che dentro c’era Denise al centro della stanza che girava a carponi circondata da tre uomini e una donna seduti intorno a lei. Aveva solo un collare con quattro catene legate, una per ciascuno dei quattro padroni. Sembravano perfettamente d’accordo sui tempi che ognuno aveva a disposizione per godersi quel ben di dio. Alternava pompini ai tre uomini con libidinose leccate di figa alla donna. Se la stavano palleggiando per bene fino a quando si alzo’ il primo per dedicarsi al suo stupendo culo mentre era intenta a leccare avidamente la figa dell’unica donna della stanza. Pochi minuti e finirono tutti e quattro per godere contemporaneamente di quel corpo all’apparenza ingenuo e delicato. Era in pasto a quei quattro assatanati di sesso che la spolparono per bene. Nel frattempo Jessika aveva ripreso a massaggiarmi il cazzo, in evidente stato di erezione.
“Ferma Jessika….cosi mi fai venire subito….” “ok” rispose lei “andiamocene da un'altra parte”.
Uscimmo dalla stanza per entrare in quella situata due dopo. La visione all’interno mi lascio’ di stucco. Una delle due ragazze che erano al piano di sotto era legata ad una struttura, una specie di ghigliottina, che la costringeva a 90 gradi. Aveva le caviglie legate e un dilatatore in bocca che le impediva di poterla chiudere.
Di fronte a lei la trans nera che, per l’occasione, indossava un corpetto di pelle rossa fino alla vita e dei stivali in tinta con il pezzo di sopra, lasciando libero un cazzo dondolante di esagerata grandezza. Qualche rassicurazione di Jessika che mi aveva visto interdetto e ci unimmo alle danze. La mia vicina di casa parti’ subito ficcandomi la lingua in bocca, tirandomi su un divanetto in disparte giusto per farmi prendere il via. Mentre la trans nera continuava ad umiliare la ragazza Jessika si dedico’ con cura e passione al mio cazzo che ormai stava scoppiando nei jeans. Una volta ambientatomi e preso coraggio, andai dalla ragazza legata cominciando a sondarle l’ano con la mano, saggiando le attitudini della cagna a farsi sfondare il culo. Nel frattempo Jessika con un fallo di gomma molto largo che le piantò tutto in figa mentre la nera aveva cominciato a scoparle la bocca di brutto. A quel punto non resistetti alla voglia di incularmela, levai le tre dita facendo prendere il posto dal mio cazzo gia in tiro. Era una sfida tra me, la nera e Jessika a chi sferrava colpi piu forti, la stavamo martoriando a quella povera ragazza….altro che povera ragazza, era una troia ninfomane. Godeva come una pazza, urlava dal piacere o almeno provava a farlo visto la due dozzine di centimetri di cazzo nero che si ritrovava in bocca. Dopo diversi minuti quella troia squirtò come un idrante, aveva fatto un lago per terra. Liberata, fu presa dalle due trans per essere poi gettata sul divano con l’intento di farle recuperare le energie.
“Ora tocca a te” disse la nera indicando la gogna. “Cosa??? Te lo scordi che mi metto li dentro” Neanche il tempo di finire la frase che mi presero di forza bloccandomi in quel marchingegno. Dovevo immaginarlo cazzo…non dovevo fidarmi. I tentativi di divincolarmi furono vani e aumentarono la voglia delle due di divertirsi. Mentre la nera finiva di legarmi la caviglia destra, Jessica si mise davanti a me, inginocchiandosi con fare quasi materno. “Giorgetto….amore mio….fidati di me…ti giuro che se non godrai e non ti piacerà ci fermeremo…te lo giuro….” Piantandomi un bacio sulla fronte, prima di alzarsi in piedi per ficcarmi il cazzo in bocca.
La nera intanto armeggiava con qualcosa che non riuscivo a vedere, passò di fronte a me con una specie di anello. “Adesso ti metto questo e proverai un piacere mai immaginato”. Era un anello messo alla base del pene che stringeva i testicoli. Mentre Jessika continuava a fottersi la mia bocca, la nera passo dietro, cominciando a giocare contemporaneamente con il mio cazzo e mettendomi alternativamente due e tre dita nel culo. “Ahia…leva quella mano mi fai male!” urlai, o almeno provai a farle capire tra una stantuffata e l’altra di Jessika “Male??!” rispose la nera….” Ma se stai gia grondando dal cazzo….ti piace amore mio…ti piace tanto…ne conosco di persone che fanno tanto i maschioni e poi si sborrano addosso se gli pianti qualcosa nel culo….” Effettivamente il piacere era tanto…e lei sapeva anche come stimolarlo.”
“Jessika vieni tu qui dietro….che se ci penso il questo lo portiamo in ospedale….credo abbia capito solo oggi quanto sia bello prenderlo in culo….” Praticamente mi aveva “graziato” dall’incularmi con quell’anaconda che aveva…delegando Jessika per l’operazione.
Una volta arrivata davanti non sapevo se essere piu spaventato per un cazzo di dimensioni generose che doveva incularmi o per quel mostro che dovevo prendere in bocca. Avvenne tutto cosi rapidamente che non mi resi conto di nulla…sul momento. Jessika dopo avermi lubrificato me lo mise per buona meta’ dentro, facendomi cacciare un urlo a squarciagola, contesto sfruttato dalla nera per schiaffarmi in bocca il suo bastone. In una frazione di secondo mi ritrovai impalato come uno spiedino, in balia di quelle due forsennate e assatanate trans che si facevano beffe di me, ridendo e chiamandomi “il loro sborratoio”.
Con il passare di minuti l’eccitazione era sempre maggiore e come se non bastasse la ragazza riprese le forze per mettersi sotto di me dedicandosi al mio glande con un bocchino da vera infoiata. Non riuscii a resistere a lungo, dei potenti e copiosi schizzi di sborra inondarono le fauci della ninfomane. Le due trans continuarono come se nulla fosse per un’altra manciata di minuti, fino a quando Jessika usci dal mio corpo, si sfilo il preservativo e comincio a masturbarsi davanti a me in attesa del contestuale orgasmo con la sua amica. Orgasmo che arrivo’ puntuale e potente, non finivano mai di venire, ero diventato una maschera di sperma…seme accuratamente ripulito dalla lingua della ninfomane.
Appena il tempo di ripulirmi e ricompormi che bussarono alla porta. Era l’altra coppia vista nel salone, il cinquantenne che salutai, Massimo, e la sua troia al seguito. Lo sguardo compiaciuto di lui mi fece capire che sapeva per filo e per segno come era andata. Capii il motivo quando si spogliarono e fu lui a farsi legare, con la trans e le altre due sgualdrine che cominciavano a martoriarlo ed usarlo come uno schiavo.
Jessika e io uscimmo, con lei che si complimentava per il mio comportamento, entusiasta per quanto accaduto. “Sono stata di promessa….te lo avevo detto che ti avrei scopato per bene…ricordi??! E non dirmi che non ti è piaciuto…sei venuto come una fontana per tutto il tempo!” L’imbarazzo era tanto…ma anche il piacere.
Tornati in salone ritrovammo una sorridente e rinata Denise, dispiaciuta solo del fatto di non essere stata con noi.
“Giorgetto è stato proprio un bravo ragazzo…..va premiato!!” disse la vicina di casa all’amica sicula “Prima che torni in sicilia dobbiamo organizzargli un’altra bella seratina!”.
Si erano fatte le tre, eravamo tutti abbastanza stanchi e decidemmo di tornare a casa. Montati in macchina Jessika sali’ dietro, addormentandosi pochi metri dopo la partenza. Denise era dolce e mi carezzava il viso “mi sei mancato sai?? Peccato non poter essere scopata anche da te…ci tenevo….ma possiamo rimediare in parte!” Scese con la mano sui pantaloni, mi apri’ la cerniera e comincio a masturbarmi. Era l’anticamera dell’ennesimo pompino che avrebbe fatto quella sera, solo piu’ passionale. Un caldo fiotto di sborra invase la sua bocca mentre imboccavo la tangenziale sulla via di casa.

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24/11/2014 22:58

Camillo 2

angelo, sarebbe una nottata da invidiare? Sei tu e la tua masnada di CULATTONI che può invidiare simili schifezze. Puack !!! Maledetti americani.!!!

17/11/2014 01:02

angelo

una grand bella nottata, che se è vera e da invidiare?

13/11/2014 11:44

roby

storia bella e scrtitta bene, davvero bravo!!!!

11/11/2014 16:52

Giorgio

Grazie Farias

11/11/2014 15:19

farias

Bel racconto, scritto bene e con dovizia di particolari, eccitante e trasgressivo. Aspetto altre nuove...

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