• Pubblicata il 21/02/2005
• Autore: Favretta

Delinquenti - Prato Trasgressiva

Io e mio marito siamo due poliziotti e lavoriamo insieme in pattugliamento.
Io ho 29 anni, abbastanza esile ma grintosa per questo nesssuno dei miei colleghi mi ha mancato di rispetto. Mio marito ha 35 anni un bell'uomo molto alto ed esperto di arti marziali.
Una sera mentre facevamo il solito giro di controllo in uno dei quartieri piu' malfamati della citta',notammo uno spacciatore che lavorava imperterrito sul ciglio della strada. Lo bloccammo per il solito controllo dei documenti e per l'arresto momentaneo, giusto per fargli capire che le forze dell'ordine
sono sempre efficenti.
Era troppo tardi per accorgerci che era una trappola, infatti quell'uomo che spacciava lo avevamo arrestato un mese prima bruciando tutto il materiale stupefacente che aveva e facendogli perdere un sacco di soldi. Dopo alcuni giorni di carcere riusci' a uscire grazie ad un'avvocato penalista suo parente e pagando una penale.
Una volta scesi dalla volante ci trovammo circondati da 5 extra comunitari armati di pistola e con minacce spaventose ci indicarono di entrare in un furgone parcheggiato nell'altro lato della strada. Erano troppi per difenderci quindi ci disarmarono e fatti entrare con forza nel furgone. Mio marito lo hanno prima picchiato e poi legato mani e piedi, era completamente immobilizzato, lo spacciatore si avvento' su di me con chiare intenzioni di abusare per vendicarsi del mal torto. Naturalmente non potevo certo farmi vedere da mio marito in una simile situazione quindi gli diedi un calcio in mezzo alle gambe e con una smorfia di dolore cadde a terra bestemmiando. Ero terrorizzata perche' non potevo assolutamente sottomettermi a quei individui, incominciai ad esclamare e a urlare che se ci avessero lasciati andare subito non avremo denunciato nessuno. Parole al vento, un ceffone in pieno viso mi arrivo' diretto dal piu' grande e robusto, caddi al suolo dolorante ma ancora piena di energia. Dovevo difendermi a tutti i costi e cercare di farli desistere ma in cuor mio sapevo che tutto era inutile. Uno di loro punto' la pistola alla tempia di mio marito minacciando di ucciderlo se avessi ancora posto resistenza. A quel punto non potevo fare piu' nulla anche perche' mio marito incomincio' a piangere dalla paura. Mi obbligarono sotto minaccia a spogliarmi poi con grande schifo incominciai a spompinare uno di loro sotto gli occhi di mio marito e degli altri che ridevano e allo stesso tempo bevevano.
Lo spacciatore che intanto si era ripreso, lo prese per i capelli dicendo "guarda quanto é troia la tua mogliettina", io mi sentivo soffocare perché quell'uomo non mi diede mai il tempo di respirare e continuava a stantufarmi la bocca con i suoi 25 cm di pene duro come il ferro.Dopo 10 minuti di violento pompino mi hanno messa alla pecorina, pensai che forse per evitare che mi sfigurassero con le botte dovevo assecondarli purche' la faccenda finisse il prima possibile.
Intanto mio marito mi guardava con un'espressione di impassibilita' e rassegnazione dicendomi solo.. fai quello che ti dicono e vedrai che presto dimenticherai, al contrario non mi vedrai piu'perché questi mi uccideranno.
In un'istante mi sono trovata un'altro pene in gola e uno da dietro incomincio' a fottermi con tale foga che le mie chiappettine vibrarono in modo imbarazzante, cercavo di divincolarmi ma piu' mi muovevo e piu' sentivo quel pene entrarmi dentro all'inverosimile...i suoi testicoli li sentivo sbattere nella parte inferiore della mia piccola e fragile vagina.
Speravo che venisse il prima possibile ma ogni mia speranza era vana continuava a sbattermi con violenza.
Erano in due che in quel momento mi violentarono perche' gli altri guardavano e ridevano urlando "dai domate questa piccola poliziotta troia"
Non volevo dare loro la soddisfazione di essere domata come una puledra, quindi ogni tanto mi divincolavo imprecando di smetterla.
Poi la cosa si fece piu' drammatica perchè uno di loro che ancora non aveva usufruito del mio corpicino si mise sotto di me e fece togliere il membro del suo amico per metterci il suo.
Incomincio' a sbattermi selvaggiamente mentre l'altro punto' la sua cappella dritto sul mio culetto ancora vergine e capito l'intenzione gridai con tutto il fiato che mi rimaneva "no vi prego li no" ma fui azzittita con un'altro pene in bocca.
Ero completamente sodomizzata, in pochi istanti ero in preda di tre cazzi contemporaneamente. Ero esausta spaventata e schifata, non credevo che arrivassero a tanto.
Continuavano a sbattermi con vigore, io mugolavo e piangevo e non avevo piu' la forza di contrastarli.
Il culetto mi duoleva da morire mentre mio marito mi guardava stupito.
Alla fine mi sono lasciata andare, ero troppo stanca per gridare e imprecare, e poi senza volerlo avevo avuto anche due orgasmi.
Erano passati 30 minuti e loro non smettevano ero confusa e domoralizzata, pensavo alle volte che lo facevo con mio marito sempre con estrema dolcezza e mi piaceva la delicatezza che usava sul mio corpo.
Il mio culetto era allo stremo della sopportazione ogni qual volta che finiva uno, subito un'altro mi affondava
con verocita' fino alle palle.
Mi sentivo ora una troia a tutti gli effetti assecondavo i loro colpi terribili con lamenti di piacere sotto lo sguardo arrabbiato e sconvolto di mio marito, non riuscivo piu' a ribellarmi e godevo come una forsennata senza piu' pensare a nulla.
Lo spacciatore mi si avvicino' all'orecchio e mi sussurro' "vuoi che smettiamo?" ed io come una stupida feci di no con la testa mentre sponpinavo voracemente un cazzo enorme e puzzolente. Mi sentivo in colpa ma non potevo smettere anche perche' stavo avendo il terzo orgasmo.
Mi scoparono in tutti i buchi per un'ora intera, poi vennero contemporaneamente nella mia povera stanca bocca e succhiai il loro sperma con avidita'.
Era finalmente tutto finito, slegarono mio marito mi fecero rivestire e ci sbatterono fuori dal furgone, poi con una sgommata si dileguarono.
Mio marito non mi parlo' piu' per un mese era deluso e stupefatto non tanto per quello che mi sono fatta fare perche' dopotutto gli ho salvato la vita, ma per come mi sono lasciata coinvolgere ai loro soprusi.
Effettivamente potevo resistere e salvare la mia dignita' di donna poliziotto, ma purtroppo sono stati violenti e allo stesso tempo troppo bravi nel farmi sentire troia, e il mio corpicino non ha resistito a quei colpi sublimi e non mi hanno data altra scelta che godere e ancora godere fino alla liberazione.
Dopo questo episodio sono diventata molto prudente ma alcune volte vado da sola in quel posto forse inconscemente con la speranza di rivivere ancora una volta una esperienza fuori dal comune.
Spero di non aver turbato nessuno perche' cio' che ho raccontato fa parte di un sogno ricorrente e che in realta' non é mai avvenuto.

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