• Pubblicata il
  • Autore: Pilottico
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Emulsione - Prato Trasgressiva

Lentamente il rumore cresce, partorito dal rombo di autobus e motori d'automobile, nutrito di stridore di pneumatici e di clacson.
Lentamente il rumore si fa strada, si solleva dall'asfalto, attraversa gli alberi del viale.
Lentamente il rumore penetra cemento e mattoni e vetro,attraversa quel diaframma che non è più fuori e non è ancora dentro,il confine tra la tana e l'esterno.
Lentamente il rumore striscia nel vuoto della stanza, mi raggiunge, mi circonda, mi penetra, mi fruga.
Lentamente il rumore mi lambisce, afferra la mia incoscenza, la annusa, la morde, la lacera, la lecca,la bacia.
E io mi sveglio, respiro lentamente,e mi sveglio.
E io mi sveglio, tutto indolenzito, e mi sveglio.
E io mi sveglio,e sento il buio intorno a me, e potrei accendere quelle luci accecanti che le servono per farmi vedere quando scopa.
Ma invece no, chiudo gli occhi, e ascolto.
Ascolto il rumore del traffico che rimbomba tra le pareti vuote della sua tana, del suo dolce inferno personale.
Un brivido di freddo mi graffia il corpo e mi fa avvertire la mia nudità.
Eppure,l'aria è bollente, mi stringe alla gola, riarsa, si accanisce sul mio corpo indifeso, velato di sudore.
E' il caldo soffocante che piace a lei quando scopa.
Ma io sogno sia una sua carezza, pronta a sfiorarmi quando mi sveglio, qui, solo.
Oppure un bacio arroventato, lungo, sensuale, che media le nostre anime, le scambia, le intreccia, le fonde, le confonde.
Tra me e lei, la mia puttana.
Allungo un braccio, cerco il comodino sulla mia destra e sfioro le bottigliette.
Come al solito tutto inizia tra le luci accecanti della discoteca buia, io che vago tra la gente.
Come al solito, non lo ammetto, ma sto cercando lei.
Come al solito, lei è già là, in mezzo alla gente, e, lo so, mi sta cercando.
E poi arriva, sensuale, provocante, mi si struscia addosso, mi porge la bottiglietta, la prima, e mi sussurra all'orecchio di prenderla,che dopo sarà tutto più facile, come tutte le altre volte, molto molto meglio.
Lo prendiamo assieme,mentre tento un'assurda resistenza, ma intanto il primo scoop è partito, ci frigge il cervello e ci accarezza dentro, ci scioglie e ci unisce.
Con il secondo l'eccitazione sale, usciamo dalla discoteca e lei inizia a fare le sue solite, maledette fotografie.
Ormai è lei che guida il gioco, che comanda, e io le lascio fare.
Ci dirigiamo con la macchina al solito posto.
Dove io, senza lei, non andrei mai.
Dove, per strada, battono i transessuali
Col loro bellissimo corpo da donna che mi piace.
Col loro possente cazzo tra le gambe, che le piace.
Si contratta poco, i soldi non sono un problema.
Se ne caricano due, tre, quattro, tutte quelle che lei desidera.
Arrivati alla sua tana è lei che decide, è lei che da i tempi, è lei la protagonista.
Un nuovo giro di bottigliette per tutti e il gioco inizia.
Niente la sorprende, niente la scandalizza, niente la soddisfa, niente la placa.
E' un gioco eterno, una lotta senza regole, una guerra senza prigionieri
E intanto, ancora, quelle maledettissime fotografie.
E' quasi l'alba, l'esercito esausto si sfalda.
Le ultime due bottigliette sono solo per me.
Perchè mi addormenti, perchè mi dimentichi,perchè la dimentichi, perchè la lasci scappare via da me.
Questo succede tutte le volte.
Questo mi viene rivelato tutte le volte.
Immagini, crude, intrecciate nella fredda emulsione di una macchinetta usa e getta.
Una disperata invocazione di aiuto, che mi aspetta sul tavolo, o su una sedia, o in terra, da qualche parte.
Sperando che io capisca, che la capisca,
Accendo la luce.
Ovunque, in giro strisce di ceretta, con attacati i miei peli.
Lentamente mi avvicino allo specchio del bagno, vacillo sui tacchi.
Del liquido mi cola dal buco del culo, mi scivola tra le cosce e imbratta le autoreggenti, tutte strappate.
Sul lavandino una lametta e della schiuma da barba, per rifinire il lavoro.
La pelle della faccia e del corpo e delle gambe mi tira per lo sperma seccato.
Mi sciacquo la bocca, decido di non lavarmi e mi trascino di nuovo a letto.
Dal grande specchio osservo la mia faccia.
Vedo il rossetto sfatto attorno alle mie labbra.
Vedo il trucco pesante colato attorno agli occhi.
Vedo i capelli tutti impiastricciati.
Mi sfioro in corpo, liscio e nudo.
Inizio a masturbarmi, con foga, feroce.
E piango.

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