• Pubblicata il 17/12/2005
• Autore: Charlie

Gola profonda - Prato Trasgressiva

Ci sono due sale al cinema miramare. Entro in quella più piccola e elegante. Un film da fare vomitare: attirici che sembrano casalinghe appena uscite dal supermercato, fighe pelose, lo spirito greve dei film tedeschi che non farebbe arrapare neanche Priapo. Un tizio male in arnese mi lancia degli sguardi. Non mi piace. Passando mi sfiora la patta. Lo allontano.
Vado nell'altra sala. Qui va meglio: sullo schermo un vecchio film italiano con una eva henger giovane e bellissima, non la bambola gonfia di silicone che è diventata. Mi appoggio al muro e mi guardo intorno. Toh chi vedo? Un tipo a cui l'ho succhiato molti anni fa, quando ero giovane e imbranato. E' inconfondibile: cranio rasato, baffoni a manubrio. E' invecchiato ma in forma. Si avvicina lentamente - ma quanto ci mette? - mi sfiora. gli faccio posto dietro di me, si infila tra me e il muro, mi accarezza il culo, mi fa sentire il cazzo attraverso il tessuto leggero della tuta che indossa.
Ma che fa ora? Armeggia con la mia cinta, mi vuole calare i pantaloni lì in sala. Per un attimo mi immagino la scena e mi eccito, ma anche se intorno a noi non ci sono che culatoni, marchette e pornodipendenti, meglio non esagerare. Mi scosto. Per fortuna, perchè la luce in sala si accende. Mi siedo.
Faccio una dormitina, poi mi sveglio in tempo per vedere Eva che si fa venire in faccia da due cazzi. Mamma mia che voglia di imitarla! Vado al bagno a fumare. C'è una piccola anticamera con due divanetti. Mi siedo a fumare. Ecco che arriva baffi a manubrio. Si siede accanto a me ma non mi guarda. "Ehi" gli dico sorridendo "mi volevi tirare giù i pantaloni in sala?" Si mette a ridere e si avvicina, mi stringe la coscia, cerca di toccarmi il culo. Gli accarezzo la patta che si gonfia tra le mie mani. Tira giù i pantaloni della tuta, non ha mutande. Il cazzo è mezzo duro. Non lo ricordavo male: è lungo e proporzionato, Glielo prendo in mano. Mi accarezza la nuca poi spinge la mia testa verso l'uccello. Resisto, potrebbe arrivare qualcuno. Glielo dico. Mi fa cenno di seguirlo nel bagno degli handicappati, che è grande e comodo. Entrando si mette con le spalle alla porta, perche in questi bagni non c'è mai la chiave. Di nuovo abbassa i pantaloni. Lo masturbo e mi faccio baciare un po' sul collo: ha un buon profumo. Mi spinge verso il basso.
Mi accovaccio e finalmente lo prendo in bocca. Lavoro un po' la cappella poi piano piano lo faccio entrare tutto in bocca fino a sentire i suoi peli sul mio naso. Sospira e mugola "Si, si, tutto, tutto". E' la mia passione e ormai la mia specialità. Vado matto per i film su internet in cui la pornostar si fa scopare in bocca, gorgoglia, sputa saliva, strabuzza gli occhi, quasi soffoca mentre lui la cavalca sulla faccia. Mi fa impazzire quando lei si mette sulla schiena con la testa che penzola dal letto e lui glielo infila fino all'esofago. Come vorrei essere io!
Mi prende la testa e mi scopa, lo infila fino a toccarmi la gola con la cappella, poi lo tiene lì dando dei colpi di reni. Ogni tanto rifiato e sputo saliva, lo faccio uscire lentamente dalla bocca succhiando dolcemente. "Che bocca che hai!" fa lui. La mia è un'eccitazione tutta di testa, il mio cazzo è moscio, si indurisce solo quando scopo con le donne e ripenso ai bocchini che ho fatto.
Apro la bocca al massimo così che può scoparmi meglio. Faccio una pausa, mi alzo e lo masturbo mentre mi accarezza il culo. "Ti fai venire in bocca?" mi chiede. Magari, penso, ma scuoto la testa. Una volta, quando non si aveva paura e ero meno bravo, mi piaceva sentirmi la bocca piena di sborra o tenere la bocca aperta mentre un cazzo ci schizzava dentro, ma ora non è consigliabile. Qualche volta mi capita ancora, anche se di solito mi accorgo quando il cazzo si irrigidisce e sta per spruzzare, sento quasi la sborra che scorre dentro l'uccello verso la cappella. "Ti vengo sul culo" dice lui, ma è complicato in un cesso.
Mi accovaccio di nuovo e succhio. Ora è pronto: tre o quattro colpi fino in gola e con un gran sospiro si scansa e schizza

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