• Pubblicata il
  • Autore: Giulio
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LE MIE PRIME VOLTE (un racconto a puntate) - Prato Trasgressiva



IL PRIMO POMPINO

Il mio nome è Giulio. Una premessa prima di iniziare il mio racconto, a 18 anni , all’epoca dei fatti, ero ancora abbastanza magro, tendente al robusto ma magro, capelli lunghi, molto lunghi, li portavo oltre le spalle, e un seno molto pronunciato, senza un filo di peli né sul viso né sul corpo, l’unico punto leggermente peloso era nella zona del cazzo, che era piccolo, e che per le sue dimensioni mi vergognavo tanto che a 18 anni ero ancora vergine, e nella mia mente non attratto dalle ragazze, ma neppure dai maschi, comunque questo mio fisico faceva sì, che se indossavo una maglietta aderente, potevo (ed era già successo) essere scambiato per una ragazza di 15/16 anni, in carne.
Questo ero io a quei tempi, e a quei tempi essendo diventato maggiorenne, grazie al mio buon profitto scolastico per la prima volta me ne potevo stare per un mese da solo nell’appartamento che la mia famiglia aveva in una paese di montagna nelle valli bergamasche.
E in quel periodo è iniziata la mia storia sessuale, perché avendo io problemi di sesso, il mio sfogo era quello di vestirmi con gli indumenti intimi di mia sorella maggiore, che sforzandoli un po’ mi andavano bene, e così agghindato mi tiravo delle belle seghe immaginando sesso a volontà con fighe e quant’altro. Un venerdì sera sono sceso a piedi fino al paese a valle, volevo andare in una discoteca, e mi ero vestito appunto con una maglia molto attillata. Sono entrato in discoteca e mi sono messo a ballare da solo in mezzo alla pista, non conoscevo nessuno e non i interessava fare compagnia con alcuno, e quindi da solo mi muovevo al ritmo della musica a tutto volume. Sul tardi un ragazzo di una ventina d’anni comincia a ballare intorno a me, io lo guardo e non capisco cosa vuole. Lascio fare, tanto il mio pensiero era “Capirà che sono un ragazzo”. Lui insisteva e a un certo punto mi offre da bere, al che, visto che ero anche assetato, ho accettato. Siamo usciti dalla discoteca per andare in un bar a fianco dove si spende molto meno, e ordina da bere due birre, io prendo la mia e ascolto, fino a quel momento non avevo ancora aperto bocca, aveva sempre parlato Piero (questo era il suo nome), che leggermente alticcio mi biascicava parole del tipo sei una bella ragazzina, ho voglia di divertirmi con te, come ti chiami, eccetera, eccetera.
Il fatto mi divertiva, ma non volendo correre rischi di nessun tipo, io facevo il ritroso (o la ritrosa, dal suo punto di vista) comunque, visto che era anche tardi, con un filo di voce, per cercare di nascondere la mia voce maschile, gli chiesi un passaggio fino su al paese dove risiedevo (in discesa 6/7 chilometri si possono fare, in salita mi rompeva), e lui acconsentì. Prendemmo la sua macchina, e in pochi minuti eravamo alle porte del paese, fermò la macchina in una piccola piazzola di sosta, e cominciò a mettermi le mani addosso, con dolcezza ma anche con decisione, e io cominciai ad avere paura che scoprisse il fatto che ero maschio con le possibili conseguenze di botte o altro per averlo preso in giro. Senza sapere bene cosa fare, presi l’iniziativa, era la prima volta in assoluto che avevo un incontro d’amore, e appoggiai la mano sul suo pacco dicendogli “Lasciami fare, non ti dispiacerà. Abbassa il sedile” Detto fatto, lui si abbassa il suo sedile e si sdraia, io timoroso e impaurito inizio a massaggiargli il pacco al di sopra dei suoi pantaloni. Immaginandomi quando me lo facevo da solo, inizio a slacciargli i jeans, glieli abbasso, aiutato da lui, insieme agli slip, e ai miei occhi appare un bel pene, di buone proporzioni non ancora in tiro, ma già semirigido. La mia mano inizia a massaggiarli i coglioni, grossi e gonfi, poi salgo sull’asta e comincio a fare un piccolo movimento di va e vieni. Non so con preciso cosa facevo, ma la cosa mi piaceva, tanto che nei pantaloni anche il mio cazzo iniziava a irrigidirsi. La mia speranza era di farlo godere con una sega, quindi scendere dalla macchina e tanti saluti, ma non avevo fatto i conti con l’oste, cioè con Piero, il quale a un tratto mi prende la testa, e con forza e vigore avvicina la mia faccia al suo pene. Non sapevo cosa fare, non riuscivo a ribellarmi e lui iniziò a incitarmi “Apri la bocca e succhiamelo, dai bella, vedrai che ti piacerà” ero inesperto e non avrei mai immaginato che mi sarei trovato in una situazione simile. Vincendo la mia repulsione, e spinto dalla sua forza, avvicinai le labbra al suo cazzo sempre più rigido, iniziai a baciarlo, poi con la mano senza saperlo lo scappellai, e presi il glande in bocca e con la lingua iniziai a leccargli il glande, a girare intorno al buchino dell’uretra. Quello che io pensavo mi avrebbe fatto schifo cominciava invece a piacermi. L’odore della sua mascolinità mi penetrava nelle narici e mi eccitava, e io sempre più cosciente di ciò che stavo facendo mi impegnavo per bene, e mentre la mano gli segava l’asta con le labbra gli eccitavo il glande, Gli massaggiavo lo scroto e con la bocca scendevo lungo l’asta, ero un bravo pompinaro. Non lo sapevo ma quello che gli stavo facendo lo aveva portato all’erezione massima. Mi prese la testa, e comincio lui a scoparmi in bocca. Io gli stringevo il cazzo fra le labbra, ma lo assecondavo, seguendo i suoi movimenti fino a che un getto di sborra non mi colpì il palato, buona parte era penetrata direttamente in gola. E in un attimo, anche se preso alla sprovvista, ho capito che quel liquido mi piaceva, e mi sono dato da fare per non perderne una goccia. Quando gli schizzi sono finiti, con la lingua gli ho pulito bene il prepurzio e il glande, scendendo lungo l’asta fino a prendergli in bocca i coglioni.
Piero era ancora sdraiato, in estasi per quella goduto, io gli diedi velocemente un bacio sulle labbra, scesi dalla macchina per andarmene, quando lui mi chiese “Bella fighetta, ci vediamo domani?”. Io ero stupito dal fatto che ancora non aveva capito che ero un maschio, e indeciso gli dissi solo “Può darsi. Se decido di sì, ci vediamo domani sera alla discoteca”, mi girai e me ne andai in casa di corsa, dove mi precipitai subito in bagno, e mi feci una sega madornale. Non mi era mai successo di godere così tanto con una sega, ma quella era speciale, col pensiero di Piero che mi sborrava in bocca. Questa è stata la prima volta in assoluto che ho fatto sesso con un’altra persona.

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