Sbattimi in Macchina - Prato Trasgressiva

Sbattimi in Macchina - Prato Trasgressiva

Mi chiamo Valeria, sto con un ragazzo che lavora in banca a Pisa, sempre in giacca e cravatta e di bella presenza. Sembrerà una stupidata ma amo uomini che si vestono così, indipendentemente dal lavoro che fanno, ho come un fascino della divisa anche se non lo è. Dovendo fra poco partite per la Svezia a fare il dottorato con lui stavo pensando di lasciarci prima che parta. Cercando di trovare il momento buono per farlo quelo momento è arrivato sotto forma di Vincenzo , un ragazzo di .paese. che incontro al pub una sera mentre stavo uscendo solo con le mie amiche quella sera. Una del nostro gruppo, ubriaca dopo appena due aperitivi, vedendo questi due ragazzi mi afferra il braccio e mi trascina verso di loro per cercare di farsi l'amico di Vincenzo. Con la scusa del " tu la conosci Gloria?" lasciamo i due da soli a parlare soltanto che finiamo ad appartarci noi con due bottiglie di vino al nostro fianco. Manco a farlo apposta anche Vincenzo veste camicia e giacca, solo meno canoniche da banchiere diciamo, stravaganti e colorate. Uscendo a fumare , fatto qualche passo dal pub, mi mette la lingua in bocca come un forsennato ma sono più avida di queno non sia lui, trascinandolo per la cintura dietro alla grande siepe a cui davamo le spalle per abbassargli i pantaloni e prenderglielo in bocca a tutta gola per poi farmi montare da dietro fino a farlo venire sul mio culo. Questo solo nella prima sera! Ci diamo appuntamento alla sera seguente sempre davanti al bar ma viene in macchina così mi porta in un luogo appartato a poter scopare lontani da occhi indiscreti in santa pace. Ha cambiato vestiti ed è come sempre in camicia e giacca e la cosa m'eccita sempre un casino. Dopo aver provato le sospensioni, anche se scomodi ma urlando e facendomi sbattere come un polpo sugli scogli, della sua macchina scendiamo a fumare quando dalla macchina che c'era poco più avanti per lo stesso motivo esce il mio ragazzo mentre si tira su la cerniera dei pantaloni, con una che non conosco. Che dire, c'eravamo messi avanti tutti e due anche troppo, senza dirci niente l'un altro.

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